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Diversity and Inclusion in blockchain : Mir Liponi 

Lei è Mir Liponi, Ceo di Satoshi Design

Sono nata con un dna fortemente multipotenziale. Già da piccola era appassionata di tecnologia e ricordo che già verso i 5 anni inserivo piccole stringhe di codice nel computer di mio fratello per poter giocare coi videogiochi sul nostro MSX.

Ma c’erano già anche i semi delle mie due altre grandi passioni: amavo fare piccoli cartelloni promozionali di eventi (in tv ho sempre preferito le pubblicità alle trasmissioni) e passavo il resto del tempo a cantare le sigle dei cartoni animati. 

Dopo la maturità classica al liceo Berchet, mi sono trovata di fronte alla scelta di cosa fare del mio futuro. Sognavo informatica, ma in molti mi hanno scoraggiato e alla fine non mi sono presentata al test dopo che ho passato quello di comunicazione. Mi sono laureata in comunicazione e nel frattempo ho preso il diploma in canto e per ben 10 anni sono stata vocal coach e ho preso anche una laurea specialistica in musicologia, mentre non smettevo di informarmi nel tempo libero di tutte le novità nel campo tecnologico. 

Così attorno al 2012 ho sentito parlare di Bitcoin e gradualmente ho deciso di approfondire e ho voluto che diventasse la mia attività principale.

Dal 2015 al 2018 ho lavorato al Blockchainlab di Milano dove sono cresciuta moltissimo insieme agli esperti italiani e internazionali di Bitcoin, ho ascolto e avuto da loro le informazioni di prima mano sulle loro startup e su ció su cui stavamo lavorando. Ho organizzato il Bitcoin Milan Meetup, che posso con orgoglio dire sia uno dei più seguiti longevi al mondo.

Attualmente sono a capo di Satoshi Design, startup di comunicazione & marketing verticalizzata su progetti e temi Bitcoin. 

Da luglio di quest’anno è partito un piccolo progetto di sensibilizzazione sul tema della multipotenzialità che porto avanti sul mio account Instagram. 


1. Raccontaci in breve la tua storia e come sei atterrata nel mondo Blockchain?

Ricordo benissimo e con precisione dove ero e cosa stavo facendo quando Giacomo Zucco mi ha raccontato per la prima volta di Bitcoin. Ero impegnata nella mia tesi di dottorato, mi sono fermata e gli ho detto: “Questa cosa è grandiosa. This is history in the making che passa accanto a noi. Licenziati, lascia tutto e concentrati su ciò”. Nonostante la folgorazione, io sono entrata più gradualmente nel mondo Bitcoin seguendo gli sviluppi nelle retrovie finché nel 2015, complice un viaggio a New York per la conferenza Consensus di Coindesk, sono tornata a casa con la ferma convinzione che anche mia attività principale dovesse riguardare il mondo Bitcoin. Amavo la tecnologia, le potenzialità, le persone, la community, i valori dietro. Non avevo mai visto niente di comparabile. 

2. La tua attuale posizione, la tua giornata tipo, le tue responsabilità e le attività quotidiane che non vedi l'ora di svolgere.

Sono CEO di satoshi Design quindi coordino e promuovo il lavoro del mio team su progetti, aziende e clienti che vogliono comunicare i loro prodotti e attività nel mondo Bitcoin: non solo non ci devono spiegare niente della tecnologia perché la conosciamo, ma conosciamo l’ecosistema, i player, le modalità comunicative e come andare a mercato in maniera etica con solide conoscenze di design e con la forza del made in Italy.

Però diciamo che il mio vero capo è alto meno di un metro e ha 2 anni e mezzo, mia figlia Amanda. 

La mia giornata tipo è articolata secondo la consapevolezza dei miei picchi di attenzione, sono molto produttiva la mattina, focus che tende a scemare durante la giornata.

Quindi mi alzo prima di tutti, medito, mi alleno, stendo l’agenda della giornata e faccio un po’ di letture. Poi dalla 9 alle 12 c’è il CORE del mio lavoro, tutte le attività come la produzione di documenti e idee, supervisione e direzione profonda di progetti, e dopo pranzo e finché non vado a prendere mia figlia è generalmente dedicata a riunioni, call e attività di networking sui social. Difficile non lasciarsi distrarre da Twitter troppo, ma nel tempo ho trovato il mio equilibrio.

Quando vado a prendere mia figlia poi giochiamo insieme e mi dedico a lei e ad altre attività del mio tempo libero (sono molto variabili e mi do massima libertà nell’esplorare nuovi ambiti dal’espistemologia al lettering, passando per il piano), perché li reputo motore e linfa fondamentale di tutte le mie altre attività, sia a livello di energia che di contaminazione di idee tra campi e ambiti differenti. 

3. Quali sono i tuoi progetti per il prossimo anno? 

Ti do un’anticipazione… torno al mio grande amore per la programmazione. Ho già in saccoccia una conoscenza base di Phyton, ma voglio passare a Rust, linguaggio di programmazione nuovo e perfetto per Bitcoin, in quanto di basso livello come C++ ma allo stesso tempo riesce a garantire efficienza e sicurezza di un linguaggio ad alto livello. 

4. Secondo il WEF, la presenza femminile complessiva nella cripto-economia è compresa tra l'1% e il 5% a livello globale. Concordi con questi numeri secondo la tua esperienza? E Perché il mondo blockchain è dominato da una forte presenza maschile?

 E' un argomento complesso perché bisogna capire come vengono raccolti e interpretati questi dati. Mi spiego: in questo caso dovrebbero essere dati relativi più alle posizioni lavorative. Per mia esperienza allora sono leggermente sottostimati perché potrebbero essere più positivi perché in rialzo negli ultimi anni. 

Anche se guardiamo a dati come quelli dell’utilizzo degli exchange da parte delle donne negli ultimi mesi abbiamo percentuali in netta e costante crescita che fanno davvero ben sperare.

Anche la community mostra qualche timido segnale di miglioramento delle percentuali che finalmente sembrano sfiorare su coin.dance le due unità (fermo restando che ovviamente è difficile da stimare, molti account vengono usati tramite pseudoanonimi neutri sui social online) 

In linea generale quando intersechi campi dominati dalla presenza maschile (informatica, crittografia, finanza, economia, teoria dei giochi, sistemi distribuiti… solo per citarne alcuni), il risultato non potrà che essere similare se non peggiore delle singole parti.

La partecipazione femminile conosce il suo picco più basso a livello di scrittura di codice e implementazione tecnologica. Il che risulta comunque un po’ paradossale se comparato a una tecnologia totalmente genderless: quando entri nella rete Bitcoin, sei solo un nodo senza caratteristiche.

Ricordiamoci inoltre che non sappiamo nulla di chi sia Satoshi Nakamoto. C’è stata anche una campagna di sensibilizzazione qualche anno fa che recitava “Satoshi is female”… può essere uno spunto molto potente per chi voglia mettersi a studiare i linguaggi di programmazione e contribuire abbattendo barriere a colpi di codice, metrica di merito particolarmente oggettiva e di grandi potenzialità di empowerment. Come lo è lo stesso Bitcoin, capace di permettere una vera e solida financial inclusion. 

5. Quali suggerimenti hai per migliorare la diffusione, la conoscenza e lo sviluppo di blockchain? 

 Io credo fortemente che il miglior modo sia quello di non partire dalla tecnologia ma arrivare gradualmente ai discorsi più strettamente e specificamente tecnologici. Si parte dai perché dietro Bitcoin: perché è nato e perché in questo modo, a che sogni e bisogni risponde, perché ha tutti questi passaggi che sembrano complessi e ridonanti e come interagiscono tra loro, quale è la storia dal 2018 ad oggi.

 Poi si passa a distruggere i soliti luoghi comuni e le comprensibili preoccupazioni, e solo allora si passa alla parte più tecnologica stretta e all’utilizzo della tecnologia e dei suoi case study, consapevoli che essendo una tecnologia disruptive richiederà tempo per essere digerita nella sua globalità e nelle singole parti. 

Non si imparano solo nozioni, si scopre, come si dice nella community che presto si cadrà in un “rabbit hole”, da conoscenza si apre conoscenza e ambiti e potenzialità. E’ estremamente interessante e disorientante. E lo è ancora di più quando si cominciano ad approfondire e si capisce che una delle qualità più importanti è riuscire a scremare ciò che è possibile fare con la tecnologia già oggi giorno, su cosa si può sognare e su cui rimboccarsi le maniche per costruire (sempre nell’ottica di collaborare, re-inventare la ruota non è mai una buona idea), e cosa invece lasciare andare perché impossibile e inutile. 


http://satoshi.design/

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