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Intervista a Vincenzo Rana ceo di KNOBS

1. TUA STORIA A TUTTO TONDO ED UNA FOTO


Co-founder e CEO di KNOBS (https://knobs.it), società di consulenza e sviluppo software

specializzata in tecnologia blockchain, Vincenzo Rana segue, come socio fondatore e

consulente scientifico, diverse interessanti realtà italiane attive nello sviluppo di progetti e

soluzioni basate su blockchain, come Bcode (https://bcode.cloud), spin-off del Politecnico di

Milano specializzata nella realizzazione di piattaforme e servizi di notarizzazione e gestione

di NFT, e Urania Technologies Ventures (https://urania.tech), holding di partecipazione

industriale con focus sulla tecnologia blockchain.

È ricercatore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 e del Blockchain Innovation and Solutions

Hub del Politecnico di Milano, istituti che si contraddistinguono nel panorama italiano per le

attività di ricerca e divulgazione volte ad agevolare la creazione di ecosistemi in questo ambito

tecnologico.

È inoltre inventore di brevetti riguardanti la tecnologia blockchain e autore di numerose

pubblicazioni in conferenze e riviste di rilievo internazionale.


Come consulente tecnico e CTU collabora in indagini riguardanti blockchain e criptovalute, è

membro del Blockchain Steering Committee di Assolombarda e referente per San Marino

Innovation per la valutazione delle iscrizioni al Registro degli Enti Blockchain della Repubblica

di San Marino.

Specializzato da diversi anni in ambito blockchain, contribuisce alla progettazione, gestione e

realizzazione di progetti di settore di rilevanza nazionale ed internazionale.


2. Il tuo profilo professionale, nell’ambito dell’innovazione, spazia dalle docenze agli

studenti fino all’essere CEO di KNOBS, passando per pubblicazioni, conferenze,

consulenze e molto altro. Un’attività inarrestabile dal 2014 ad oggi che “tradisce” più

una passione che un lavoro. Da dove nasce, che intoppi ha superato e dove porta?


Qualcuno (Steve Jobs!) diceva: “L’unico modo per fare un lavoro eccellente è amare ciò che

fai”, e forse già questa è una prima risposta! :)

Inoltre, in ogni attività che porto avanti, sento, fortissima, l’esigenza di raccontare i progressi

che la tecnologia può portare, le opportunità che apre e il futuro che schiude. Per questo,

considero l’insegnamento e la trasmissione delle mie conoscenze parte integrante del mio

lavoro e li porto avanti non solo in contesti accademici e di formazione professionale, ma

anche attraverso la partecipazione ad eventi ed iniziative di divulgazione.

KNOBS è nata nel 2014, dall’unione della passione e delle competenze nell’ambito delle

tecnologie innovative di 3 docenti e ricercatori del Politecnico di Milano, uno dei quali è

Francesco Bruschi, attuale direttore dell’Osservatorio Blockchain e Web3 del Politecnico di

Milano.

Come co-founder di questa realtà, ho seguito passo dopo passo la sua evoluzione da software

house specializzata in tecnologie all’avanguardia a realtà pionieristica in ambito blockchain.


Oggi KNOBS è punto di riferimento in Italia per startup e corporate che vogliono avvicinarsi a

questa tecnologia ed esplorarne le diverse possibilità per poter poi sviluppare progetti

tecnologici nella piena consapevolezza dei benefici che la blockchain può portare in ambito

business.

Quando siamo nati, parlare di progetti blockchain era quantomeno utopistico: dovevamo ogni

volta spiegare il significato del termine “blockchain” ed illustrare valore e rilevanza dei principi

cardine di questa tecnologia, come decentralizzazione, sicurezza e trasparenza. Oggi c’è

sicuramente maggiore consapevolezza, ma la strada verso la mass adoption è ancora lunga.

Uno dei principali scogli che restano da superare, oltre, naturalmente, alla necessità di una

più diffusa consapevolezza del potenziale di questa tecnologia, è rappresentato dal tema della

diffidenza verso le criptovalute, che spesso vengono considerate l’unico volto della blockchain.

Il nostro lavoro e il nostro obiettivo, oggi, è anche far comprendere la differenza tra la

tecnologia in sé come possibile porta di accesso per la trasformazione e il miglioramento di

modelli di business e stili di vita e quelli che sono invece semplicemente strumenti finanziari

di cui questa tecnologia ha reso possibile lo sviluppo.

3. La storia non si ripete ma spesso fa rima: tra le tue attività sei un riconosciuto

consulente tecnico che ha collaborato ad indagini giudiziarie in ambito di blockchain e

criptovalute. In cosa si differenziano o si assomigliano le frodi che avvengono

nell’ambito della moneta fiat da quelle in criptovalute ed è possibile, rispetto a queste

ultime, applicare dei validi sistemi di controllo e garanzia dei crypto exchange?


Come consulente tecnico, collaboro da anni con istituzioni e forze dell’ordine all’interno di

indagini in ambito blockchain, curando, ad esempio, il tracciamento delle operazioni effettuate

su blockchain e tutti gli approfondimenti tecnologici necessari, e sono dal 2017 al fianco della

Procura di Firenze nel primo grande caso italiano di fallimento di un exchange.

Per la mia esperienza, posso dire che alcune delle frodi che avvengono in questo mondo non

sono poi così dissimili da quelle del mondo tradizionale, sono semplicemente applicate ad un

nuovo contesto tecnologico. Sicuramente però la prospettiva di facili guadagni, la velocità con

cui queste tecnologie evolvono rispetto alle norme che dovrebbero regolamentarle ed il fatto

che individui e startup si possono trovare da un giorno all’altro con un “inaspettato” e

considerevole quantitativo di valore, facilitano il proliferare di truffe, raggiri, frodi e attività

illecite.

Non bisogna però fare di tutta l’erba un fascio, in quanto la tecnologia sottostante rimane

molto interessante con il suo potenziale di trasparenza e tracciabilità e consente - una volta

compresa ed interiorizzata, anche nei processi della vita quotidiana - di attingere ad un livello

di sicurezza completamente nuovo, non accessibile con le tecnologie tradizionali.

È dunque importante distinguere tra le frodi o le truffe che avvengono “semplicemente” in

questo ambito tecnologico e quelle che invece in qualche modo utilizzano proprio la tecnologia

sottostante - e le sue caratteristiche, come l’anonimato e la decentralizzazione - per portare a

termine attività illecite.

È interessante notare come proprio l’assenza di alcune delle caratteristiche cardine della

tecnologia blockchain sia alla base di alcuni dei più grandi collassi avvenuti nel recente

passato (e non solo nel mondo blockchain). Si pensi semplicemente a quanto accaduto con


MtGox, Bitgrail, FTX o The Rock Trading, con gli scandali che ne sono conseguiti e che si

sono riverberati negativamente su tutto il mercato, generando un clima di sfiducia.

Da un lato, infatti, gli exchange centralizzati offrono all’utente il vantaggio di poter delegare ad

un intermediario la gestione di fondi e transazioni, diminuendo i costi, la complessità di

gestione e la responsabilità dell’utente stesso, ma dall’altro aprono al rischio di problematiche

legate all’operato dell’intermediario, che può perpetrare truffe, distrarre fondi o anche

semplicemente non rivelarsi in grado di tutelare gli asset in suo controllo da attacchi esterni.

In tutto ciò, rimane il fatto che, nella sequenza di avvenimenti degli ultimi mesi, i diversi

exchange decentralizzati, ovvero applicazioni distribuite in esecuzione direttamente su

blockchain, non hanno perso (o “rubato”) nemmeno un centesimo dei propri utenti, non sono

stati oggetto di critica e nemmeno vittime di attacchi dall’esterno: stanno dunque portando

avanti il proprio compito esattamente con i valori e le garanzie che la tecnologia blockchain

promette.


4. In ambito di Web3 e Blockchain si parla sempre più di frequente di Consum-Attore

con riferimento ad un consumatore che è sempre di più attore nella gestione dei suoi

dati.

Con KNOBS supportate progetti NFT-based per aziende di diversi settori, ci vuoi fare

degli esempi di come la padronanza del dato migliora la nostra vita?

In effetti la blockchain sta progressivamente introducendo una vera e propria rivoluzione nel

controllo e nella gestione dei dati.

Basti pensare che oggi, grazie a questa tecnologia, iniziamo ad immaginare aziende che in

un futuro vicinissimo saranno in grado, se lo vorranno, di spostare una parte o anche tutti i

propri dati all’interno di un registro distribuito - ovvero “su blockchain” - e potranno, dunque,

lavorare senza la necessità di un database e senza alcun rischio informatico per la loro parte

più core.

In parallelo, si sta affermando un nuovo paradigma, che grazie alla blockchain restituisce agli

utenti il pieno controllo e possesso delle proprie informazioni, sia quelle strettamente personali

che quelle che riguardano asset di loro proprietà.

Come sempre avviene agli albori di una trasformazione di carattere tecnologico (pensiamo ad

esempio alla comparsa di internet), oggi ci sono ancora persone titubanti, scettici e detrattori

che considerano la blockchain un trend passeggero o, addirittura, una minaccia e la associano

a problemi in realtà endemici, come il riciclaggio o la frode.

Stiamo però al contempo assistendo ad una progressiva apertura di aziende e opinione

pubblica, che diventano sempre più interessate alle opportunità che questa tecnologia può

offrire e via via più consapevoli dei vantaggi che può apportare in ambito business come nella

gestione di tante attività quotidiane.

KNOBS è tra le prime realtà italiane che hanno intrapreso lo sviluppo di progetti pionieristici

basati su tecnologia NFT e promosso il valore aggiunto che l’implementazione su blockchain

può portare in ogni progetto o sistema.


E il mercato ha mostrato di saper apprezzare questo ruolo: oggi siamo interlocutori di alcuni

tra i principali player del mercato italiano, in diversi settori industriali.

Tra i più celebri e recenti casi di applicazione della tecnologia è, ad esempio, quello che ha

segnato l’ingresso nel Web3 di Stellantis.

Prima casa automobilistica al mondo ad intraprendere un progetto di questo genere, Stellantis

ha scelto di associare ad ogni vettura del modello Alfa Romeo Tonale, primo SUV elettrificato

del brand, un esclusivo certificato NFT che traccia l’acquisto e permette di registrare e

certificare su blockchain tutti i dati dell’auto, come modello, telaio, chilometraggio e, in futuro,

anche attività di manutenzione e tutti gli altri eventi caratterizzanti la storia del veicolo.

Evoluzione digitale certificata del libretto dei tagliandi cartaceo, l’NFT rappresenterà il

passaporto digitale del veicolo, che custodirà la sua storia, documenterà il suo ciclo di vita e

tutelerà trasparenza e veridicità di tutte le informazioni che lo riguardano, impedendo qualsiasi

tentativo di alterazione o falsificazione.

Permetterà, inoltre, di certificare in ogni momento il valore residuo dell’auto, creando i

presupposti per transazioni, passaggi di proprietà e vendite sul mercato secondario totalmente

limpide, in grado di proteggere sia il proprietario che l’eventuale nuovo detentore del bene.

Un altro aspetto interessante della tecnologia blockchain riguarda la possibilità di

documentare e dimostrare la piena trasparenza delle procedure (es: di processi digitalizzati

ed automatizzati).

Proviamo a raccontarlo con un esempio “estremo”: le lotterie.

Siamo abituati a dubitare della totale limpidezza dei sistemi di estrazione dei vincitori, poiché,

anche quando sono digitalizzati, restano comunque processi opachi, non verificabili in tutte le

loro fasi e che, dunque, non permettono di escludere in modo certo la presenza di attori

malevoli.

Attraverso l’impiego della blockchain e grazie alle sue dinamiche fondate sulla piena

tracciabilità e verificabilità di ogni azione, è possibile costruire un sistema di lotteria a premi

totalmente trasparente e non soltanto; possiamo anche dimostrare in ogni momento la

completa casualità nella generazione dei numeri vincenti e l’assenza di qualsiasi

contaminazione “esterna” o manipolazione del processo.

Nell’ambito del progetto di consolidamento della community Web3 di Marco Montemagno,

KNOBS ha, ad esempio, realizzato come partner tecnologico un airdrop - ovvero un

meccanismo per l’invio gratuito - di 110 NFT di esperienze con l’imprenditore digitale, come

call one-to-one, partite a ping pong, momenti conviviali, regolato da un’estrazione certificata.

La trasparenza resa possibile dalla blockchain in questo caso ha trovato espressione a più

livelli.

Innanzitutto, l’accesso alla lotteria era possibile solo ai possessori di NFT della collezione

Crazy Fury, riservata alla community di Montemagno, che dovevano dimostrare di avere

l’asset nel proprio wallet personale per poter partecipare.

Inoltre, requisiti di partecipazione e procedure di estrazione erano regolati da smart contract,

cioè da contratti informatici accessibili pubblicamente e, dunque, visibili e verificabili da

chiunque a conferma della piena regolarità e integrità di ogni step dell’iniziativa.


Immaginiamo quali prospettive un meccanismo tecnologico di questo tipo può schiudere in

tanti settori, uno per tutti il processo di voting, nel quale sarebbe in grado di garantire ad un

tempo identità e anonimato dei partecipanti e regolarità delle procedure.

5. Blockchain, smart contract, Web3; da “roba da nerds” a buzzwords sino ad arrivare

addirittura a Sanremo 2023, dove tu eri presente nel panel di esperti di Casa Sanremo

Invest. Possiamo dire che siamo giunti agli albori di una mass adoption, come è

avvenuto a suo tempo per internet?

Potremmo portare sul tavolo decine di possibilità di applicazione reale della blockchain che

dimostrano l’utilità concreta e i benefici di questa tecnologia, dall’ambito della tracciabilità di

filiera alla certificazione dell’autenticità di un prodotto sul mercato secondario, fino alla

garanzia di tiratura limitata.

La blockchain oggi permette di fare cose che prima non erano possibili, ma è ancora presto

per affermare che siamo agli albori di un’adozione di massa.

I mass media e, in generale, la narrazione corrente la presentano come una tecnologia con

molte ombre, che non è in grado di portare reale valore nei modelli di business o nel

quotidiano.

Questo naturalmente non corrisponde alla verità, ma l’opinione pubblica deve ancora

sviluppare questa consapevolezza ed imparare passo passo a vedere la blockchain come la

porta di un futuro all’insegna di una maggiore trasparenza e decentralizzazione dei sistemi.

Noi, come ingegneri informatici e tecnici del settore, ne siamo coscienti, ma sappiamo anche

che il suo impiego sistematico e strutturato in ambito business e nel quotidiano richiede tempo.

Certo, se consideriamo che i primi progetti e casi d’uso su blockchain sono stati messi a terra

solo una manciata di anni fa, vediamo davvero davanti a noi un’evoluzione rapidissima non

solo nella tecnologia, ma anche nella sua adozione.

Come specialisti del settore, siamo anche consapevoli che solo gradualmente le persone

potranno arrivare a comprendere meglio e toccare con mano i grandi temi a cui la blockchain

oggi è in grado di dare una risposta e una soluzione.

Per questo, ci impegniamo a raccontare la tecnologia attraverso attività di divulgazione e

dimostrazioni dal vivo, in occasione di fiere ed eventi, che permettano ad un pubblico sempre

più ampio di comprenderne i meccanismi e i benefici.

Siamo convinti che nel processo di avvicinamento dell’opinione pubblica alla blockchain sia

fondamentale da un lato far percepire davvero questa tecnologia come alla portata di tutti,

anche coinvolgendo le persone in piccole esperienze pratiche che semplificano gesti

quotidiani, come la certificazione di un documento, e dall’altro procedere per piccoli step,

perché i benefici della blockchain possano entrare man mano a far parte della vita di tutti i

giorni e, superato questo primo scalino, a diffondersi in modo sempre più ampio e capillare.

Per un consumatore, ad esempio, può avere grande valore la possibilità di certificare parte

della propria storia, come il proprio comportamento rispetto al tema della sostenibilità e delle

energie rinnovabili.

Se oggi una persona sceglie di acquistare solo prodotti di aziende che dimostrano sensibilità

verso questi temi, la sua scelta ha un impatto molto basso sul mercato e da un punto di vista

sociale.


Tutto cambia, però, se acquisisce la possibilità di raccontare e dimostrare le proprie azioni,

come sarebbe possibile grazie alla blockchain, e di raggiungere, in modo immediato e

trasparente, una platea potenzialmente universale.

Potrebbe così certificare la correttezza del proprio comportamento alle aziende, che

potrebbero decidere di premiarlo con benefici e vantaggi esclusivi per valorizzare esse stesse

agli occhi dei consumatori la propria cura verso la sostenibilità, e potrebbe dimostrarlo a molte

altre persone, contribuendo a costruire e incentivare passo dopo passo un cambiamento di

orientamento nella mentalità e nelle azioni degli altri.

6. La società KNOBS, di cui sei co-founder e CEO, negli ultimi due anni ha triplicato il

fatturato ed i dipendenti. Il fatto di avere di avere un’academy

formativa interna ed un turnover pari a zero che posto occupano in questa crescita

esponenziale?

KNOBS punta tantissimo sui giovani e lo fa al di là di ogni considerazione legata al loro titolo

di studio e background o all’orientamento che ci deriva da modelli di valutazione tradizionali.

La blockchain è una tecnologia nuova e nessuno oggi può ancora vantare un’esperienza

pluridecennale nel settore. Proprio per questo, preferiamo valorizzare attitudini e soft skill e

formare internamente il nostro personale, mantenendo l’approccio che ci caratterizza sin dagli

esordi, considerato che 2 dei 3 soci fondatori sono docenti e ricercatori del Politecnico di

Milano.

Crediamo nella formazione continua e nella crescita professionale e questo si riverbera sul

clima che regna all’interno di KNOBS, dove abbiamo un turnover pressoché pari a zero e un

team di persone che restano e crescono con noi, acquisendo un’esperienza che li rende figure

preziose e all’avanguardia, al passo in un mercato in continua, rapidissima evoluzione.


7. “Nel mondo è sempre più nitida una asimmetria informativa, tra chi sa molto e chi

non sa nulla”. Qual è il tuo pensiero rispetto a questa riflessione?

Come specialisti e pionieri in una tecnologia assolutamente all’avanguardia e che solo nel

corso degli ultimi 2 anni ha iniziato a farsi concretamente spazio attraverso applicazioni in

ambito business, sentiamo moltissimo questa asimmetria.

KNOBS ha iniziato a sviluppare progetti su blockchain quando solo pochi in Italia capivano di

cosa si trattava, proponendo il suo primo progetto NFT, per l’Osservatorio Blockchain & DLT

del Politecnico di Milano, con un anno e mezzo di anticipo rispetto al boom che il tema ha

conosciuto nel marzo 2021, grazie all’arte di Beeple.

E anche adesso, lavora su altre interessanti tecnologie, come ad esempio le zero-knowledge

proof e i rollup, in un momento in cui molti iniziano a capire cosa sono i Non Fungible Token

e gli smart contract e a sperimentare con essi.

Vediamo un piccolo gruppo di persone che conosce la blockchain e ne capisce dinamiche ed

opportunità concrete e una maggioranza che ancora non ha compreso i termini di questo

cambiamento tecnologico né la sua portata rivoluzionaria.

La storia si ripete, sempre: come per ogni breaking change importante, come è avvenuto con

internet, questa asimmetria si ridurrà quando la blockchain entrerà nel nostro quotidiano e le

persone cominceranno ad utilizzarla.


Oggi si tratta di una tecnologia ancora in fase sperimentale, siamo in una fase di pre-mass

adoption. E proprio alla luce di questa considerazione e di quanto già le cose si stanno

muovendo, possiamo dire che gli scenari futuri prospettano davvero una trasformazione

dirompente.

Ad esempio, oggi si parla sempre più spesso di identità digitale, anche a livello di comunità

europea, cioè della creazione di un profilo unico che permetta di accedere a qualsiasi servizio

Web2 o Web3 e di certificare e far transitare dati e valore.

Si tratta di un nodo importante per l’applicazione sempre più diffusa della tecnologia, che può

avere grandi potenzialità nel processo che progressivamente favorirà e faciliterà l’accesso ad

essa rendendola parte delle nostre attività quotidiane.

8. La classifica 2022 di Coindesk pone il Politecnico di Milano al 1° posto in Ue e 33° al

mondo tra gli atenei, per l’impatto accademico, industriale e pedagogico in ambito

blockchain; Lupus in fabula .. tu e l’altro co-founder di KNOBS siete nel team

dell’Osservatorio preposto! Cosa ci racconta questo dato del sistema Italia?

L’Italia è oggi nella posizione migliore per giocare un ruolo fondamentale nel cambiamento

tecnologico.

Abbiamo realtà d’eccellenza, che non solo hanno compreso le potenzialità della blockchain
ed iniziato a mettere a terra progetti sin dagli esordi della tecnologia, ma che con il loro know-

how pionieristico hanno anche saputo attrarre l’attenzione di grandi società e multinazionali.


In Italia i primi passi per lo sviluppo dell’ecosistema sono stati fatti già nel 2016-2017, subito

dopo la prima diffusione di Ethereum, anche grazie al lavoro di ricerca dell’Osservatorio

Blockchain & DLT del Politecnico di Milano e al contributo di KNOBS.

Questo ci ha consentito di posizionarci molto bene come Paese a livello europeo e,

soprattutto, di diventare attrattivi per realtà internazionali, oltre i confini del nostro continente.

KNOBS, ad esempio, ha collaborazioni attive con il Regno Unito, Singapore, gli USA.

Da un lato, in questo momento, in Italia, ci sono tante realtà che lavorano per la costruzione

di un solido ecosistema blockchain e che già mettono in campo competenze trasversali per

accogliere e accompagnare aziende e grande pubblico verso la blockchain e dall’altro, ad

oggi, sono ancora relativamente poche le realtà a livello mondiale che possono impegnarsi su

progetti blockchain curandone tutte le fasi, dal concept allo sviluppo al rilascio sul mercato.

Questo ci offre un vantaggio competitivo che dobbiamo essere in grado di cogliere e sfruttare

appieno, per l’innovazione e la crescita di tutto il paese.

Siamo già riusciti a costruire un solido network di aziende, imprenditori e professionisti che

lavorano con la stessa vision e lo stesso obiettivo, per la trasformazione tecnologica e per

l’implementazione di modelli di business e stili di vita sempre più improntati, grazie alla

blockchain, a trasparenza, efficienza, semplicità e fiducia.

Dobbiamo continuare a puntare su formazione, risorse, moltiplicazione e diffusione delle

competenze.

È un’occasione che il nostro paese non può perdere e un ruolo che siamo e dobbiamo essere

in grado di assumere e portare avanti nel migliore dei modi.


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