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Intervista a Cristiano A. Motto - Fairtile

▶️ La tua storia in pillole


“Il miglior modo di predire il futuro è crearlo”. 

Ho trascorso oltre 25 anni lavorando per gruppi bancari e tecnologici, promuovendo la trasformazione, la digitalizzazione e l’uso di dati e algoritmi per creare valore e abilitare nuovi modelli di business. Ho lavorato la maggior parte degli anni all’estero tra EMEA e APAC. Nella mia esperienza internazionale mi sono avvicinato e innamorato del mondo delle startup, diventando investitore e advisor nel mondo del Fintech.  Un anno fa, ho deciso di accettare una nuova sfida e ho lasciato il mondo delle grandi corporation internazionali per prendere il ruolo di CEO in FAIRTILE, una delle startup nelle quali avevo investito.


▶️ In qualità di Co-Fondatore di Asso Fintech hai partecipato alla sigla della collaborazione con la Singapore Fintech Association presso la nostra Ambasciata. Considerando anche che attualmente vivi a Singapore, ci puoi dire quali scenari può aprire questo accordo?

È stato un momento molto importante, il coronamento di un lavoro di tutto il team di AssoFintech. La partnership con la Singapore Fintech Association rappresenta un tassello importante all’interno delle iniziative che le istituzioni dei due paesi stanno lanciando per cerare un ponte tra i due ecosistemi. Singapore è uno dei più importanti poli per il Fintech, internazionale e costruire questo ponte tra i due paesi consentirà alle società italiane interessate all’internazionalizzazione di essere accompagnate in un mercato che offre possibilità immense. Assistenza Legale, Fiscale, Regolamentare, aiuto per la sperimentazione e la commercializzazione, gli strumenti che stiamo creando costituiranno una vera e propria piattaforma industriale per il fintech tra i due paesi.


▶️ L’expertise del team di Fairtile nei servizi finanziari e nella scienza dei dati, ha radici nel passaggio tra il 20° ed il 21° secolo; la vostra impronta sembra essere “testa sulle spalle, e spalle tra le nuvole”! Come descriveresti la vostra vision?


Alla base di Fairtile c’è la straordinaria esperienza professionale di un gruppo di amici che ha deciso di iniziare una nuova avventura insieme per cambiare il paradigma del credito. La testa sulle spalle è parte del nostro background, rigore e metodologie maturate in gruppi bancari internazionali, le spalle tra le nuvole sono la parte della ribellione, della convinzione che si possa fare di più, che si possa cambiare il modo in cui si fa credito per renderlo più adatto all’era digitale. La nostra vision è che la tecnologia può abilitare nuovi modelli di business per superare le attuali inefficienze e permettere un accesso al credito più inclusivo e personalizzato. Fairtile fornisce soluzioni di intelligenza e automazione per il mondo del credito. Le nostre soluzioni permettono di prendere migliori decisioni incorporando il mondo dei big data, principi delle scienze umane e l’uso dell’intelligenza artificiale. Al tempo stesso permettono di automatizzare attività che fino ad oggi potevano essere svolte solamente da persone fisiche, aumentando la qualità del servizio e l’efficienza operativa. Tutto questo si trasforma in un migliore accesso al credito, a una esperienza completamente personalizzata.


▶️ Sono poche, finora, le operazioni di IPO ed M&A di società della finanza alternativa. L’analisi EY – Fintech District porta alla luce una lacuna nella strategia di exit; qual è la tua visione?


La situazione italiana è leggermente diversa da quella di altri paesi. Sicuramente in Italia, e in Europa in generale, le IPO e le iniziative di M&A che coinvolgono startup Fintech si contano sulla punta delle dita. Le ragioni sono diverse. Prima di tutto va detto che per molte startup gli stessi founder non hanno una exit strategy. Personalmente credo che sia buona regola averne almeno due, perché prima o poi un Piano B serve sempre. Le IPO sono fortemente penalizzate dai bassi investimenti che le startup riescono ad avere. Fatte salve poche eccezioni, le startup del nostro paese raccolgono molto meno di quelle estere. La capitalizzazione è importante per assicurare la crescita e quindi la possibilità di una quotazione pubblica. Senza i fondi necessari le nostre startup stentano ad arrivare alle dimensioni richieste per una IPO. Il problema delle iniziative di M&A è invece soprattutto culturale. I Merge sono quasi impossibili. Come advisor ho visto startup farsi inutili guerre per pochi clienti, quando una partnership avrebbe permesso ad entrambe di raggiungere traguardi più importanti. I deal di Acquisition, stanno aumentando, ma rimangono ancora pochi. Le grandi aziende preferiscono fare innovazione interna e guardano con sospetto e a volte superficialità alle piccole realtà sul mercato. Anche in questo caso c’è molto da fare. Credo che per una società consolidata l’acquisizione di una startup innovativa sia uno strumento strategico nel garantire un salto che altrimenti richiederebbe anni. E per la startup una di quelle Exit Strategy di cui parlavamo e che sono essenziali.


▶️ Parlando della tua avventura come CEO di Fairtile, la associ spesso al termine “Crazy” e nel tuo tono traspare sempre entusiasmo. Ci racconti come mai?


Lasciare un ruolo da senior executive in un gruppo internazionale, a cinquant’anni, per seguire un sogno in una startup di 12 persone ha sicuramente una componente di pazzia. Ma credo che un po’ di pazzia renda la vita più interessante e che i sogni vadano inseguiti. FAIRTILE è un’esperienza pazzesca, completamente diversa da tutto quello che ho vissuto nella mia vita professionale precedente. Vivere una startup nelle sue fasi iniziali è semplicemente Incredibile. L’entusiasmo è quello di chi vede ogni giorno la possibilità di uscire dalla proprio confort zone e fare qualcosa di magico. Siamo una piccola e giovane realtà, con poche risorse e tanta passione e ambizione. Negli ultimi due anni, abbiamo chiuso due partnerships con Experian e Visa, leader mondiali nel nostro settore industriale, abbiamo portato due progetti all’interno dell’Innovation Hub di Banca d’Italia e abbiamo lanciato Debbie, il nostro agente virtuale. Se guardo ai successi raggiunti nelle mie esperienze passate e alle risorse di cui disponevano i gruppi nei quali lavoravo, posso sicuramente essere entusiasta di quello che stiamo facendo con una piccola startup in questa pazza avventura.


▶️ Rubiamo da Proust: qualità preferita in una persona? Il tuo peggio difetto? L’impresa storica che ammiri di più?


La qualità che ritengo più importante in una persona è quella di saper sognare. Ho due figlie e una delle affermazioni più stupide che leggo spesso sui media è quella di insegnare ai bambini a programmare. Io non voglio che le mie figlie imparino a programmare, voglio che imparino a sognare un mondo migliore e a combattere perché succeda.


Il mio peggior difetto è “non arrendermi mai”.

A volte questo non mi rende la persona più semplice con cui vivere e lavorare. Pretendo molto da me stesso e tendo a pretendere molto anche da chi condivide con me le varie sfide.

La storia è piena di imprese eccezionali, ma la storia che rimane più impressa è quella che si vive. Per me, il 9 novembre del 1989. Avevo 17 anni quando fu abbattuto il muro di Berlino. Ricordo il viaggio in treno, la gente in strada, l’odore dell’aria, la musica dei Pink Floyd. Ho un pezzo di quel muro a casa, non ha nessun valore economico, ma è un simbolo, un pezzo di storia che racconta come non bisogna mai smettere di sognare un mondo migliore e combattere per renderlo reale.


▶️ L’AI viene percepita come un pericolo per i posti di lavoro; ci spieghi se in realtà può essere una soluzione win-win?


Il pericolo non è mai la tecnologia, ma l’uomo. Le tecnologie non sono né buone né cattive, né positive né negative, è l’uso che gli uomini ne fanno ad esserlo. Come CEO di un’azienda che fa soluzioni di Intelligenza Artificiale ho ben presente il potere dirompente che questa tecnologia può avere sulla nostra società. Non mi spaventa una singolarità impazzita alla Skynet, per quella direi che dovremo ancora aspettare un bel po' di tempo, mi preoccupa invece una nuova e inarrestabile ondata di automazione che porterà a un drammatico cambiamento negli equilibri economici e sociali. Viviamo un’era di trasformazione, l’intelligenza artificiale sta permeando ogni aspetto della nostra vita e sta cambiando le regole del gioco. È necessario e urgente creare un framework regolamentare per controllare e mitigare gli impatti che avrà sulla nostra società. I cambiamenti non si fermano, si gestiscono. L’intelligenza artificiale ha il potere di aiutarci a rendere il mondo un posto migliore, sta a noi indirizzarla correttamente. L’impegno di FAIRTILE è quello di sviluppare le proprie soluzioni considerando gli impatti che hanno e garantendo che rappresentino un sempre win- win per tutti.



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