1) Presentazione a tutto tondo della tua storia con il motto che ti contraddistingue
“Le nuove tecnologie sono qui per restare. Puoi esserne testimone o farne parte”.
Sono un' avvocata e nel 2019 sono stata selezionata dal MiSE come esperta di alto livello in
materia di Blockchain technology.
Supporto soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti FinTech e fornisco
consulenza giuridica circa la regolamentazione dei cryptoassets e della finanza
decentralizzata.
2) “Ci può essere un vuoto normativo, ma mai legale”.
Questa considerazione può essere
calzante per pesare le diverse responsabilità di frodi quali FTX e MT. Gox? Alcuni hanno
puntato il dito contro la blockchain quale fattore facilitante.
La prima risposta che mi viene in mente è famosissima e la riporto perché, secondo me, è
sempre valida: puoi usare un coltello per spalmare la Nutella o per uccidere qualcuno.
In entrambi i casi il problema non è il coltello, ma l’uso che se ne fa.
Lo stesso vale per la tecnologia blockchain.
Anzi, quando una blockchain è “ben fatta”, cioè quando rispetta determinati requisiti che ne
rendono infeasible (non impossible) la modifica, abbiamo a disposizione uno storico che
diventa un fattore facilitante per l’individuazione delle singole responsabilità.
3)Sei una giurista e quindi abituata a riferirti in primis al “Regolatore” nelle tue analisi. Qual è
la tua opinione sugli interventi legislativi europei e nazionali nell’ambito della
decentralizzazione e del Web 3 in generale?
Il Regolatore sta tracciando la strada in maniera lungimirante o arranca nel regolare un mondo
più veloce di lui e che vorrebbe fare della de-centralizzazione, e quindi in parte anche della
de-regolamentazione, la sua bandiera?
Purtroppo - o per fortuna - ci troviamo di fronte a realtà che vanno a due velocità: la realtà
normativa e quella tecnologica.
La prima, più lenta e riflessiva, sconta le difficoltà legate alla centralizzazione dei processi e
all'introduzione della disciplina di fenomeni completamente nuovi all’interno di un impianto
normativo un po’ “âgée”.
La seconda, invece, è così veloce e bisognosa di soluzioni che finisce per risolvere da sé i
problemi, sfruttando le regole del mercato o quelle presenti nel codice…informatico.
La MiCAr (Markets in crypto-assets Regulation), ad esempio, è nata per regolare il
fenomeno delle ICO (Initial Coin Offerings), ma con l' avvento della DeFi (Decentralized
Fianance), delle Stablecoin e degli NFT (Non Fungible Tokens) si è reso necessario
modificare più volte il testo originario ancor prima della sua entrata in vigore.
4)Sulle crypto attività gli interventi del Regolatore nazionale e sovranazionale sono ancora
work in progress. Intanto però attraverso servizi come Telegram diventa già possibile
acquistare cryptovalute semplicemente con la carta di credito. La facilità
d’uso è un vantaggio ma può diventare fonte di rischio soprattutto per gli utenti meno
“attrezzati”. Quale pensi debba essere il giusto approccio del Regolatore: lasciare che il
mercato si regoli da sé o proseguire nella sua funzione tradizionale di “certificazione” degli
operatori?
IIl legislatore dovrebbe evitare di imprigionare in assiomi giuridici il carattere in progress della tecnologia e prestare
maggiore attenzione agli use-case.
In ogni caso, il mercato, in mancanza di una disciplina ad hoc o di riferimenti nella normativa già esistente, sperimenterá
dei momenti in cui si regolerá da sé.
5)Il mercato del Femtech ha volumi in crescita esponenziale; cosa ne pensi della creazione
di questa categoria separata all’interno della verticale healthtech? Alcuni ritengono che passi
il messaggio “l’uomo è la norma”. Qual è la tua visione di gender equity?
È positivo che ci sia una crescita e che tale crescita sia addirittura esponenziale.
Credo, tuttavia, che assisteremo ad un vero cambiamento solo quando non parleremo più di
categorie, quando non sarà più necessario dover rivendicare la presenza di alcune di esse
in determinati contesti e quando il valore aggiunto deriverà semplicemente dalla
compresenza di punti di vista differenti.
Allora si parlerà solo di healthtech e sarà bellissimo.
6)Il diritto del futuro: ci dici tre punti imprescindibili che lo possono fare evolvere verso un
impatto sociale, politico ed etico dirompente?
Beh, la normativa ideale è quella in grado di bilanciare le esigenze di tutela e le istanze
innovative e imprenditoriali.
Per ora è ancora un traguardo lontano da raggiungere nel mondo reale e un “non problema”
in quello virtuale, atteso che in quest’ultimo vige la regola “code is law”.
È anche vero, però, che siamo alle prese con questioni del tutto nuove, che il legislatore
imparerà sicuramente a gestire meglio quando avrà una conoscenza più approfondita delle
tematiche da disciplinare.
Riassumendo, quindi, direi: tutela, innovazione e conoscenza.