Giulietta Minucci, Avvocato del Foro di Milano, specializzata in diritto delle nuove tecnologie, contrattualistica commerciale, proprietà intellettuale e protezione dei dati personali. Ha maturato una profonda expertise nel settore del diritto applicato alla tecnologia blockchain, agli smart contract e agli NFT, materie in relazione alle quali è stata autrice di pubblicazioni e relatrice in eventi accademici e corsi di formazione specialistica.
Assiste alcune startup e PMI italiane, attive nel settore, con particolare riguardo ai temi inerenti alla compliance privacy e alla contrattualistica commerciale con focus sulle nuove tecnologie. Giulietta segue realtà prevalentemente corporate, anche internazionali, assistendole sin dalla fase di business assessment, in relazione a progetti Fintech, Web 3.0, ecommerce, live streaming shopping, mobile app e web app, social network e concorsi a premio.
Fornisce inoltre consulenza a player operanti nei settori del Gaming e degli eSports, fornendo in particolare assistenza a gamer, streamer, software house e publishing company.
È Cultore della materia in Fintech presso l’Università LUMSA, è un membro della Bocconi Alumni Community (BAC) – Topic Legal e mentor di startup per Pack, Fin+Tech e FintechJob.
Il mio motto? Diffondere conoscenza, per aumentare la consapevolezza! Non bisogna essere gelosi del proprio know-how, ma condividerlo perché la domanda che mi pongo sempre è “affacciandoti dalla finestra, vorresti vedere il verde solo nel tuo giardino oppure sui giardini di tutti?”. Ecco, io vorrei vedere il verde ovunque!
Una premessa è d’obbligo: il Regolatore e la tecnologia pur percorrendo la medesima strada, la percorrono a velocità distinte. Non sempre, difatti, il Regolatore è in grado di fornire tempestivamente un assetto normativo idoneo a regolare le nuove tecnologie, con la conseguente necessità per gli operatori del diritto di interpretare – analogicamente – gli istituti giuridici già presenti, al fine di colmare l’area grigia su cui si insiste. L’auspicio è – e resterà sempre – quello di favorire interventi legislativi (auspicabilmente a livello europeo) che siano idonei a fornire linee guida chiare e precise per tutti i player, tenendo in considerazione (i) il fattivo funzionamento delle tecnologie oggetto dell’intervento normativo e (ii) i casi d’uso. In tale direzione, si posizionano – ad esempio – la Sandbox regolamentare italiana e la Sandbox regolamentare europea: sperimentazione con l’obiettivo di migliorare processi e assetto normativo.
L’Italia viene purtroppo e troppo spesso associata ad una impossibilità di fare impresa per più ordini di ragione: c’è chi lamenta una difficoltà di reperire fondi e/o finanziamenti, chi ritiene che il framework normativo sia incerto, chi che il problema sia la burocrazia.
Dal canto mio, credo che oggi per chi vuole fare impresa l’Italia sia un ottimo territorio, dalle forti prospettive. Basti osservare i KPI di crescita del nostro ecosistema (rispetto alle più mature Francia e Spagna) per osservare come vi sia una evoluzione. Le iniziative nazionali e regionali a supporto delle imprese, le attività di CDP per l’ecosistema o ancora la nascita di player a servizio del tessuto imprenditoriale italiano, come acceleratori, incubatori, poli tecnologici sono prova che in Italia si può fare impresa, o meglio si può fare bene impresa.
Non temo la fuga delle startup dall’Italia, ed anzi mi auguro che nei prossimi anni l’Italia sia territorio attrattivo per wannabe startupper e per imprese già consolidate.
“Gli avvocati non esisteranno più” è una esternazione che ho sentito più volte echeggiare da quando i sistemi di intelligenza artificiale sono divenuti mainstream. Un avvocato oggi deve – a mio parere – essere in grado di padroneggiare le tecnologie, conoscerle e coglierne le opportunità sia nel proprio day-by-day, sia per ampliare le offerte di assistenza alla propria clientela.
È indubbio come il rapporto tra intelligenza artificiale e regolamentazione sia tema centrale del dibattito giuridico. Ad oggi, le implicazioni giuridiche relative all’utilizzo della IA sono molteplici: dalla paternità delle opere generate dall’IA alla responsabilità civile per le condotte scaturenti da algoritmi, sino alla tutela del consumatore rispetto a pratiche commerciali poste in essere direttamente da sistemi automatizzati senza l’intervento umano. Gli open points sono ancora plurimi, ma è ragionevole supporre che in futuro il Legislatore dovrà occuparsi della regolamentazione giuridica di condotte non umane.
EspoGame è stata un’ottima occasione di incontro e confronto, in cui ho avuto conferma che il tandem Web 3.0 e gaming è indubbiamente in forte evoluzione e le potenzialità di commistione con altre industries (e.g. moda, entertainment, sport, pubblicità) sono molteplici e dalle forti potenzialità. Non sono, tuttavia, da sottovalutare gli aspetti legal correlati che spesso insistono in un panorama normativo non sempre definito. Basti pensare alla normativa sulle manifestazioni a premio – il D.P.R. 430/2001 – e la recentissima impossibilità di elargire premi in criptovalute, in quanto equiparate al denaro (cfr. FAQ di gennaio 2023 del MISE). O ancora a tutti gli aspetti relativi ai rapporti tra developer e publisher, publisher e consumer, tra consumer e consumer.
Hi!Founders nasce da una esigenza – mia e dei miei soci, Nicola Mei e Daniele Mogavero – di creare un “luogo di incontro” per l’ecosistema imprenditoriale innovativo italiano, che andasse a colmare i gap con l’obiettivo di offrire nuove occasioni di incontro, di sinergie e di evoluzione. Al centro di Hi!Founders ci sono le Persone: che ci aiutano a far sì che i numerosi progetti prendano forma e creino valore, che prendono parte alle nostre iniziative, creando Community. Per supportare le Persone (rectius gli Innovators) c’è bisogno di Azioni concrete, che ad oggi sono declinate principalmente in attività per la Community (social network dedicato online e eventi dal vivo) e di Academy, portando conoscenza – e formando – startupper, imprenditori e tutti i player che ritengono l’innovazione tecnologica una key word per affrontare il mercato. Non ci sarebbero azioni senza le Collaborazioni. Hi!Founders nasce come Community ed in quanto tale le sinergie sono parte fondante e obiettivo cardine per noi founder e per tutti i membri della nostra Community. Tutto questo permette alle Persone, attraverso Azioni e creando Collaborazioni, di portare innovazione – e quindi Tecnologia.
Sono profondamente convinta che l’evoluzione tecnologica porta con sé piccoli o grandi cambiamenti a cui non sempre si è in grado di adeguarsi velocemente. Gli ultimi avvenimenti di attualità (e.g. il noto “ChatGPT gate” ne è degno esempio) mi spingono a ritenere che l’utilizzo (spesso non del tutto consapevole) di sistemi di intelligenza artificiale dovrà necessariamente essere contemperato con una sempre maggiore attenzione non solo alla sicurezza e alla protezione dei dati personali, bensì anche all’etica, con l’obiettivo di diffondere consapevolezza circa le potenzialità, ma anche i rischi connessi ad un (ab)uso.